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Il padre dell’architettura statunitense

Andrea Palladio, con il suo pensiero esposto nel celebre trattato I quattro libri dell’architettura (1570) e con la sua opera, ha stabilito uno straordinario legame fra il mondo antico, il Rinascimento - di cui faceva parte -, e gli sviluppi successivi dell’architettura che così a lungo ha influenzato. Un’eredità di carattere globale, che supera i confini dell’Italia e dell’Europa, oltre a quelli temporali. Nel 2010, in occasione del cinquecentesimo anniversario della sua nascita, il Congresso degli Stati Uniti d’America ha approvato all’unanimità una concurrent resolution, la n. 259 del 6 dicembre, con la quale ha riconosciuto ufficialmente Palladio come «il padre all’architettura statunitense». Un riconoscimento che può sembrare sorprendente, considerando le distanze, geografiche e temporali, fra il Rinascimento italiano e una giovane nazione sviluppatasi in un continente lontano, alcuni secoli dopo; la scelta del Congresso si fonda però su basi estremamente concrete. 

Sono infatti numerosi e importanti negli Stati Uniti gli edifici e i monumenti ispirati allo stile inconfondibile dell’architetto italiano nato a Padova il 30 novembre 1508. I più conosciuti sono la Casa Bianca e il Campidoglio, simboli di una nazione che si affacciava con determinazione e ambizioni sul palcoscenico della storia contemporanea. Ma la parabola del Rinascimento Americano, ispirato direttamente alle teorie e all’opera di Palladio, ne comprende molti altri: il John A. Wilson Building, sede governativa del District of Columbia, Monticello e il Jefferson Memorial, per citarne solo alcuni. La risoluzione del 2010 afferma che il trattato I quattro libri dell’architettura «è la più influente pubblicazione d’architettura mai prodotta e ha determinato gran parte dell’immagine architettonica della civiltà occidentale» e sottolinea come «gli edifici più rappresentativi della nostra Nazione, compresi il Campidoglio degli Stati Uniti e la Casa Bianca, riflettono l’influenza dell’architettura di Palladio attraverso il movimento anglo-palladiano che fiorì nel XVIII secolo». 

Nel successo di Palladio negli Stati Uniti ebbe un’influenza decisiva Thomas Jefferson. Il terzo presidente degli Stati Uniti era un esperto e appassionato di architettura; inoltre, nel periodo in cui si trovava in Francia con un incarico diplomatico, aveva viaggiato a lungo anche nell’Italia settentrionale. Rimasto profondamente colpito dagli edifici rinascimentali e dalle ville palladiane in particolare, auspicò che nel nuovo Paese che si stava definendo da un punto di vista istituzionale, culturale, estetico, si affermasse uno stile architettonico che fosse il simbolo di un perfetto equilibrio fra le parti e di armonia con la natura circostante. Lesse con passione il trattato di Andrea Palladio che definì «la Bibbia della pratica architettonica» e pensò di applicarne in patria i principi.  

La Casa Bianca fu progettata e costruita dall’architetto irlandese James Hoban tra il 1792 e il 1800, in stile neoclassico. John Adams fu il primo presidente a risiedervi, ma soltanto negli ultimi mesi del suo mandato. Jefferson, eletto presidente alla fine del 1800, si trasferì alla Casa Bianca quando entrò in carica nel marzo del 1801. Anche se considerava le dimensioni dell’edificio esagerate e poco consone allo spirito democratico degli Stati Uniti, apportò comunque alla struttura appena terminata alcune modifiche tipicamente palladiane: il pronao, il portico su colonne agli ingressi nord e sud e le ali. 

La struttura stilistica del Campidoglio, i cui lavori furono seguiti da Jefferson, fu influenzata dalla Villa la Rotonda, uno dei capolavori di Palladio. Jefferson fu inoltre l’autore del progetto della villa in stile neoclassico edificata nella sua tenuta di Monticello, in Virginia. Nonostante non avesse una formazione professionale, il risultato fu tale che l’edificio è l’unico negli Stati Uniti a essere stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. La passione di Thomas Jefferson influenzò sicuramente alcune scelte, ma lo stile ispirato da Palladio incontrava con ogni evidenza istanze ideali profonde e diffuse nella giovane nazione americana. Valorizzando questa eredità, l’architettura del Rinascimento Americano assunse così una sua fisionomia specifica, specialmente negli edifici pubblici, lasciando significative tracce in tutto il Paese.  

 

Crediti della foto
Disegno di Thomas Jefferson del prospetto sud della “Rotunda”, edificio progettato per l’Università della Virginia.