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Chi suona la campana: un’arte Patrimonio UNESCO

Le campane ‒ questa volta è proprio il caso di dirlo ‒ suonano a festa: l'arte campanaria italiana è entrata nel Patrimonio immateriale UNESCO. Per iniziativa della Spagna, l’arte campanaria era stata iscritta nel Patrimonio immateriale nel 2022. Il 5 dicembre 2024 il Comitato intergovernativo per la salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale, ha proclamato l’estensione del riconoscimento anche all’Italia. La decisione è stata accolta ovunque con soddisfazione, perché valorizza una tradizione largamente diffusa in tutte le regioni, ma è stata motivo d’orgoglio e di festa in particolare per la popolazione di Agnone, in Molise. Qui opera l’antichissima Fonderia Marinelli, che ha avuto anche l’onore di forgiare la campana ufficiale del Giubileo e di annunciare, il 24 dicembre 2024, l’apertura della Porta Santa con un concerto delle sue campane.

 La Fonderia Marinelli ha alle spalle dieci secoli di attività - oggi guidata dalla 27esima generazione della famiglia - e solidi rapporti con la Santa Sede, che fanno sì che dal 1924 possa fregiarsi dello stemma pontificio. L’azienda di Agnone si è attivata per il riconoscimento da parte dell’UNESCO insieme alla Fonderia Capanni, con sede in Emilia, a Castelnovo ne’ Monti, e alla Fonderia Allanconi, sita a Bolzone, frazione di Ripalta Cremasca (Cremona). L’iniziativa è stata promossa dalla Federazione nazionale dei suonatori di campane, che raggruppa 23 associazioni presenti sul territorio italiano, con il sostegno della Conferenza episcopale italiana e, appunto, delle tre storiche fonderie. Il riconoscimento riguarda l’insieme delle pratiche e delle conoscenze relative alla percussione delle campane e accompagna una tendenza al ritorno del suono manuale: l’elettrificazione tende infatti a produrre un suono standardizzato che non tiene conto delle tradizioni locali, mentre il modo di far suonare le campane è sempre stato diverso a seconda dei luoghi e delle occasioni. 

In alcune comunità, le campane non solo sono considerate veri e propri strumenti musicali, ma scandiscono anche i tempi della vita quotidiana, le fasi della giornata, le ricorrenze, gli eventi e diventano a livello simbolico la voce di una popolazione, contrassegnando la sua identità tradizionale, caratterizzata da elementi culturali e religiosi. Chiunque di noi sa che cosa significa se le campane suonano a morto, e fa parte delle conoscenze quasi ‘innate’ la consapevolezza che se le campane suonano a martello una calamità o un pericolo sono in agguato.

Diversi sono i sistemi utilizzati nel manovrare le campane: quello a slancio è il metodo di suono a oscillazione più diffuso in Europa e nel mondo, ma comprende al suo interno comunque numerose varianti. In Italia questo sistema è predominante nelle regioni centrali e meridionali. Al Nord, sono radicati sistemi come l’ambrosiano, praticato in Lombardia e in alcune zone del Piemonte, il friulano, con la sua variante scampanotata, il ligure, il bolognese e il veronese. In Spagna è predominante il volteo, cioè una suonata con rotazione: la campana gira a 360° per un certo numero di volte da un verso e poi dal verso opposto, appunto ruotando. Un patrimonio di saperi e di pratiche che viene trasmesso oralmente, spesso tra generazioni di una stessa famiglia, da persone che di fatto possiedono un’alta specializzazione, non formalizzata in modo istituzionale ma riconosciuta dalla comunità. Spiccano figure come il maestro campanaro, esperto dell’esecuzione e delle tradizioni locali, e l’accordatore, che con le sue conoscenze di acustica può qualificare la costruzione degli strumenti. Esistono poi molti tipi di campane, che si distinguono, per forma, grandezza e peso, che può raggiungere in alcuni casi anche diverse tonnellate. 

L’ingresso di questa arte nel patrimonio immateriale UNESCO vuole valorizzare e tutelare dunque diversi elementi: le tecniche di suonata, che rischiano di essere omologate perdendo loro originalità, la realizzazione degli strumenti nelle fonderie artigianali, la conoscenza delle strutture architettoniche dei campanili, i contenuti spirituali e identitari che si associano al suono delle campane, le diverse tradizioni locali, con le leggende e i riti, in cui questa pratica si inserisce. Un fenomeno che colpisce quanti si sono avvicinati a questo mondo, diffuso ma poco rappresentato sui media, è la partecipazione di molti giovani che vogliono apprendere e perfezionare quest’arte e salvaguardarne la memoria, rendendo viva e pulsante una tradizione così antica.

 

Crediti della foto
Courtesy of Pontificia Fonderia di Campane Marinelli.