Una visita a Castel del Monte, capolavoro dell’architettura medievale, dichiarato nel 1996 Patrimonio dell'umanità UNESCO, è un’esperienza di immersione in una straordinaria bellezza che pone anche profondi interrogativi di senso. Situato su una collina a poca distanza da Andria, nel Parco nazionale dell’Alta Murgia, costruito nel XIII secolo per volere di Federico II, l’edificio è ricco di simboli e di misteri che rimandano a modelli estetici e ad aspetti esoterici non sempre facilmente identificabili. Mentre la struttura mantiene l’originaria, eccezionale, impostazione, l'interno è invece molto cambiato, poiché al tempo di Federico II era arricchito da importanti arredi scultorei, dei quali restano visibili oggi soltanto poche tracce.
Oggetto di innumerevoli ricerche e interpretazioni, Castel del Monte custodisce ancora irrisolto l’enigma della sua destinazione d’uso: nonostante il termine castrum, infatti, rimandi direttamente a una funzione difensiva, la presenza di ambienti non congrui a questo profilo e di rilevanti sculture hanno fatto ipotizzare piuttosto un utilizzo di tipo residenziale e di rappresentanza. Secondo alcune indagini, che sottolineano gli evidenti richiami alla geometria e all’astronomia, Castel del Monte era stato progettato per essere una sorta di tempio del sapere, un luogo preposto allo studio e una sorta di emanazione della multiforme personalità del suo ideatore. Recenti ricerche attribuiscono invece alla struttura una funzione affine a un ‘centro benessere’, sul modello dell’hammam arabo, con una contaminazione di culture perfettamente coerente, anche in questo caso, alla prospettiva di Federico II.
A sostegno di questa ipotesi diversi elementi: la presenza di strutture di canalizzazione dell’acqua, le cisterne, la probabile esistenza di un percorso obbligato. L’incertezza che circonda Castel del Monte ha contribuito ad alimentarne l’alone di mistero e a caratterizzarlo come un luogo di segreti che nello stesso tempo induce a una riflessione sulla condizione umana, sul corpo, sulla mente, sull’universo e sulle relazioni che li legano.
Un altro aspetto che ha suscitato confronti e interpretazioni è quello relativo alla forma ottagonale. La scelta è meno insolita di quanto comunemente si creda; numerosi edifici di culto cristiani, e in particolare i battisteri, hanno forma ottagonale. Per i Padri della Chiesa, l’otto indica il giorno del Signore, dies dominica, successivo al settimo, che è il sabato ebraico. Il numero sette richiama i giorni della creazione e quindi la Genesi, l’Antico Testamento e la legge antica; l’otto si riferisce invece al Nuovo Testamento, alla venuta di Gesù, al battesimo che libera dal peccato, alla resurrezione.
L’ottagono rientra quindi in una specifica tradizione e appare, seppur con motivazioni diverse, anche nell’Islam. La particolarità di Castel del Monte è che l’ottagono non è soltanto il profilo generale ma pervade piuttosto tutte le parti dell’edificio: intorno a un cortile ottagonale sono raggruppati otto saloni a piano terra, otto nel primo piano e otto torri ottagonali.
Non si è riusciti ad attribuire a un architetto specifico la grandiosa opera; è stato fatto il nome di Riccardo da Lentini ma molti attribuiscono un ruolo preminente allo stesso Federico II, almeno rispetto all’ideazione e al senso complessivo. La leggenda vuole che l’imperatore sia stato condizionato nella progettazione dell’edificio dal grande matematico Leonardo Fibonacci, dalla sua sequenza e dalle sue teorie sul numero Aureo. Rimane il fatto che Castel del Monte è un’opera di mirabile armonia geometrica che presuppone inoltre ampie conoscenze astrologiche. Ad esempio, nei giorni di solstizio e di equinozio le ombre delle pareti assumono, a determinate ore, forme e direzioni che corrispondono alla geometria dell’edificio. Anche alcune finestre sono collocate con un criterio che cattura i raggi del sole in determinate giornate dell’anno.
Inserito armonicamente nel paesaggio circostante, Castel del Monte è parte rilevante di un possibile itinerario nel lascito monumentale di Federico II in Puglia. Importanti tracce del suo regno sono presenti in edifici e castelli, in molte località tra cui Bisceglie, Trani, Barletta, Lucera, Castel Fiorentino, Oria. Non dimentichiamo che fra i numerosi appellativi di Federico, oltre al più noto Stupor Mundi, c’è anche Puer Apuliae, Fanciullo di Puglia. In questa terra, proprio ad Andria, nacque il figlio Corrado, e pochi giorni dopo il parto morì la seconda moglie sedicenne di Federico, Jolanda di Brenne; in circostanze che dettero vita a diverse leggende, vi trovò la morte anche l’imperatore stesso, il 13 dicembre del 1250, a Castel Fiorentino di Puglia. Dante lo colloca nell’Inferno, tra color che l'anima col corpo morta fanno: dimentichi del passato, ignorano il presente ma intravedono il futuro. Un ritratto che paradossalmente si attaglia alla modernità di Federico, con l’inquieta ricerca, le contaminazioni, l’innovazione linguistica, culturale, architettonica, di cui fu portatore. Castel del Monte, con i suoi segreti, i suoi messaggi di armonia, la sua austera bellezza, continua a stupirci, a suscitare meraviglia, nel segno del suo fondatore.