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"Mutevole" Renato Carpentieri

Storie, territori, tradizioni da scoprire, promuovere e salvaguardare: l’Ischia Film Festival è un importante appuntamento che propone all’attenzione del pubblico opere che mettono al centro l’identità ambientale e culturale di uno specifico luogo. Ma il Festival è anche una occasione per dare riconoscimento e visibilità a personalità del cinema che hanno offerto, con la loro professionalità, un contributo rilevante allo sviluppo della settima arte. 

La XXI edizione ha avuto uno dei suoi momenti più emozionanti nell’assegnazione dell’Ischia Film Award alla carriera a Renato Carpentieri, accompagnata dalla proiezione del docufilm La giunta, in cui l’attore interpreta il ruolo di Maurizio Valenzi, il primo sindaco comunista di Napoli, in carica dal 17 settembre 1975 al 18 agosto 1983: otto anni importanti nella storia della città, dei quali viene evidenziato il lavoro collettivo, di squadra, che accompagnò quella stagione di rinnovamento istituzionale, quel tentativo di realizzare una politica davvero vicina alle persone. Il regista, Alessandro Scippa, è il figlio di Antonio Scippa, da poco scomparso e assessore nella giunta di Valenzi, il quale a sua volta era molto legato a Ischia e aveva ricoperto il ruolo di consigliere comunale a Florio, prima di diventare sindaco a Napoli.

Quello di Carpentieri è un percorso piuttosto sui generis, una carriera non precoce, ma densa e multidisciplinare: voleva fare il fisico, si iscrisse invece ad architettura, per poi approdare al teatro e solo molto tempo dopo al cinema, a 46 anni. E in ogni campo in cui si è impegnato è stato per decenni un protagonista importante, come promotore culturale, autore, regista, attore, sempre alla ricerca della qualità e dell’impegno. Dopo una lunga militanza teatrale, ha esordito nel cinema nel 1990 in Porte aperte di Gianni Amelio, un regista con cui ha collaborato più volte in opere come Il ladro di bambini (1992), La tenerezza (2017), Hammamet (2020). Nella sua carriera è stato diretto da numerosi e prestigiosi registi quali Nanni Moretti, Paolo e Vittorio Taviani, Daniele Luchetti, Gabriele Salvatores, Mario Martone, Paolo Sorrentino. Carpentieri ha conseguito il Nastro d’argento come migliore attore non protagonista per la partecipazione a Puerto Escondido di Gabriele Salvatores; con la sua interpretazione del personaggio di Lorenzo nel film La tenerezza ha vinto invece come miglior attore protagonista il Nastro d'argento nel 2017 e il David di Donatello nel 2018. Per una singolare coincidenza, nel 2010 aveva interpretato nel film di Mario Martone Noi credevamo il personaggio del patriota Carlo Poerio, che era stato prigioniero proprio nel carcere borbonico situato nel Castello Aragonese, lo stesso luogo che ospita la rassegna.

La consegna del premio è stata anche un momento di riflessione e condivisione, un’opportunità per esprimere alcune osservazioni critiche sull’attuale fase del cinema italiano. Renato Carpentieri ha manifestato preoccupazione per una sorta di decadimento del ruolo dell’attore: «Una volta gli addetti di casting e i registi andavano in giro nei teatri per vedere le persone e selezionarle. Ora solo in foto e per la faccia: come si fa a selezionare l’attore?». «Chi recita dovrebbe interrogarsi sul personaggio che interpreta, farsi mettere in crisi da esso…» ma non è più così: sembra non essere più richiesto «alcuno sforzo» da parte degli attori; non viene ritenuto più così importante il contributo che possono dare anche da un punto di vista linguistico, che è anche il loro modo di appartenere a una storia. Senza distinzioni tra ‘piccole parti’ o ‘grandi parti’.

Questa attenzione alla qualità nel lavoro dell’attore si è estrinsecata pienamente nell’attività che Carpentieri ha svolto con grande passione come direttore, dal 2020 al 2024, della Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Napoli, che mira proprio a qualificare i giovani attraverso la capacità di adeguarsi a diversi ruoli e anche a diverse forme di spettacolo, il teatro in primo luogo ma anche il cinema e la televisione. L’artista ha insistito molto sulla preparazione, sull’acquisizione delle tecniche, della parola, del gesto, che fanno crescere e sviluppano le doti personali, che possono però spiccare il volo soltanto attraverso la passione e l’impegno: «il fuoco» che bisogna avere dentro. Carpentieri continua ad avere progetti per il futuro in cui mettersi in gioco in prima persona ma ha trovato nella scuola uno passaggio importante per lasciare un’eredità: favorire la crescita di attori ‘mutevoli’, capaci di trasformarsi e di creare e rinnovare il miracolo del teatro, fatto di meraviglia e incantesimo.

 

Crediti della foto
Renato Carpentieri in occasione dell’Ischia Film Festival 2023; foto di © Claudio Cervera; courtesy of Ischia Film Festival.