Il clamoroso caso del furto della magnifica opera di Caravaggio Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi rimane ancora irrisolto dopo decenni di indagini, ipotesi, forse depistaggi. In una notte di pioggia, tra il 17 e il 18 ottobre 1969, i ladri entrano nell’Oratorio di San Lorenzo in via dell’Immacolatella 3 a Palermo e con un taglierino staccano l’opera di Michelangelo Merisi dall’altare maggiore. Non ci sono adeguate misure di sorveglianza e della scomparsa della grande tela, che misura 268 centimetri per 197, si accorge una custode soltanto nel primo pomeriggio del 18 ottobre.
Come accade spesso con la sottrazione di opere molto note, ci si è interrogati sulle reali finalità dell’azione, poiché la refurtiva, in questi casi, non è facilmente rivendibile. Negli anni si è spesso pensato a un coinvolgimento della mafia senza che si sia riusciti, nonostante numerose dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ad arrivare alla verità. Secondo alcune di queste deposizioni, i boss mafiosi avrebbero utilizzato il capolavoro di Caravaggio come simbolo di potere e di influenza, tenendolo in casa o mostrandolo durante riunioni di alto livello o addirittura portandoselo nella tomba. Altre voci invece ipotizzano la distruzione dell’opera per accidente o perché mal conservata e, ultimamente, si è fatta largo l’idea che la Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi si sia preservata e si trovi in Svizzera.
Il dipinto rientra tra i Top Ten Art Crimes, la ‘classifica’ delle opere d’arte più importanti che sono state trafugate; ammesso che una valutazione in denaro abbia senso in questi casi, il valore è stato stimato intorno ai venti milioni di dollari.
Incertezze ci sono state anche sulla storia stessa del dipinto: a lungo si è creduto che fosse stato realizzato a Palermo intorno al 1609, durante un soggiorno in città di cui però non esistevano solidi riscontri, anche se ritenuto possibile poiché l’artista, in fuga anche da Malta, si era rifugiato proprio in Sicilia, risiedendo e operando a Siracusa e a Messina. Studi più recenti, basati su una nuova documentazione, inseriscono l’opera nel periodo romano e in particolare nel 1600. La Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi fu probabilmente eseguita da Caravaggio a Roma su incarico del mercante Fabio Nuti che era in contatto con l’Oratorio di Palermo a cui l’avrebbe in seguito fatta consegnare. Si ipotizza che il grande dipinto sia stato realizzato a Palazzo Madama, dimora del Cardinale Francesco Maria del Monte, tra i principali protettori e committenti del Merisi. Questa cronologia troverebbe corrispondenze sul piano formale poiché lo stile è più vicino alle opere del periodo romano che a quelle eseguite durante il soggiorno siciliano.
Il dipinto colpisce perché rappresenta la Sacra Famiglia e i santi Francesco e Lorenzo con volti, vesti e atteggiamenti da persone comuni, immersi nella vita quotidiana. Giuseppe, con un insolito mantello verde, è girato verso un pastore, come se stesse conversando. Maria, i cui tratti forse sono ispirati a quelli di Fillide Melandroni, la cortigiana di origine senese che fu a lungo modella dell’artista, con il suo volto malinconico sembra già presagire il destino di suo figlio.
Il furto ha avuto un’eco notevole; sono stati scritti diversi saggi soprattutto incentrati sul ruolo che la mafia potrebbe aver avuto in questa vicenda. Gli eventi dell’ottobre 1969 hanno ispirato anche il romanzo breve di Leonardo Sciascia, Una storia semplice, uscito venti anni dopo il furto e dalla vicenda hanno inoltre preso spunto, in modo più o meno diretto, diversi film, tra cui Una storia senza nome (2018) di Roberto Andò.
Ma l’esito più sorprendente è l’iniziativa finanziata nel 2015 da Sky e realizzata da Factum Arte: la creazione di una riproduzione estremamente fedele all’originale grazie a raffinate tecnologie digitali. La copia unica del capolavoro di Caravaggio, attraverso una cerimonia pubblica, con la partecipazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stata poi inserita il 12 dicembre 2015 nell’originale collocazione sopra l’altare dell’Oratorio. Il pubblico può quindi ammirare una copia perfettamente aderente all’originale della Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, nel luogo esatto a cui era stata destinata più di quattrocento anni fa: un’operazione che ha suscitato comunque più di una perplessità, da parte di chi ritiene che in qualche modo con questa procedura si tenda a svalorizzare gli originali delle opere d’arte, nell’epoca della loro riproducibilità. E anche a cancellare la storia vera di una mancanza, di un delitto contro l’arte, che pure qualcosa ci insegna.
Crediti della foto
Dettaglio della Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi di Michelangelo Merisi da Caravaggio, 1600. Foto di Cuppoz, pubblico dominio, via Wikimedia Commons.