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L’arte del legno in Valle d’Aosta

<h2>L’arte del legno in Valle d’Aosta</h2>

Dalla produzione di piccoli oggetti di uso quotidiano alle decorazioni artistiche di grande valore e importanza storica: l’arte della lavorazione del legno in Valle d’Aosta ha radici profonde e una tradizione secolare. Una maestria che si è declinata anche nella costruzione delle abitazioni locali: solide, con i muri spessi e con un tetto costituito da grosse travi su cui erano poggiate lastre di pietra. All’interno, i mobili erano di solito realizzati in legno di noce, semplici e massici, spesso decorati con intagli e disegni. Molta cura veniva posta nella produzione artigianale di oggetti di uso domestico. Uno dei più tipici, e tuttora tra i più apprezzati, è la grolla, una coppa da vino dotata di un gambo corto e chiusa da un coperchio, utilizzata in particolari occasioni per bevute conviviali; viene scavata nella sua forma essenziale in un blocco di legno utilizzando il tornio, per poi essere decorata a intaglio in varie fogge e infine immersa nel vino bollente in modo che assuma la tipica patina rossastra. Simile alla grolla, ma più bassa e rotonda, è la coppa dell’amicizia, utilizzata principalmente per bere il caffè alla valdostana, cioè con l’aggiunta di grappa, zucchero e spezie. La tradizione vuole che con la coppa dell’amicizia si beva à la ronde, ovvero in circolo, con un’unica coppa, a questo fine dotata di tanti beccucci quanti sono i commensali. Il primo a servirsi è il più anziano della compagnia poi la coppa viene passata di mano in mano in senso antiorario, senza mai essere poggiata, fino a quando il contenuto si esaurisce. Altri prodotti artigianali utilizzati nella quotidianità erano i taglieri, i servizi da barba, le culle. Un discorso a parte meritano le sculture, poiché in questo ambito la funzione decorativa offre la possibilità di una grande varietà di soggetti: santi, ritratti, scene di vita familiare, animali, maschere, draghi e demoni. 

Tra i risultati di eccezione prodotti dall’arte della scultura in legno in Valle d’Aosta vi è senz’altro la Sala delle Feste del castello Sarriod de La Tour. Costruito probabilmente intorno alla metà del XIII secolo, il castello si trova nel comune di Saint Pierre, lungo la strada che collega Aosta al Monte Bianco, su uno sperone di roccia che si affaccia sulla Dora Baltea; la struttura ha subito nel tempo modifiche e ampliamenti su vari livelli, mostrando quindi una stratificazione importante di diverse epoche. 

La Sala delle Feste, che ne costituisce il motivo di maggiore interesse, si trova al primo piano nel lato settentrionale. Spesso viene chiamata anche “Sala delle teste”: un nome che deriva dalla straordinaria bellezza delle decorazioni lignee, realizzate probabilmente durante il quarto decennio del XV secolo. Il soffitto di legno è infatti sorretto da 171 mensole intagliate, caratterizzate dalla raffigurazione principalmente di volti, in una singolare commistione tra una sorta di ‘bestiario umano’ e un catalogo di creature mitologiche: nobildonne e gentiluomini con vestiti e cappelli alla moda dell’epoca, si alternano ad animali sia domestici sia selvatici, unicorni, sirene, draghi, mostri. Figure grottesche e ogni genere di personaggi fantastici, alcuni dei quali in atteggiamenti osceni e dissacratori. Tutto questo in singolare contrasto con le immagini presenti nella Cappella del castello, che si trova nell’area rivolta a Sud e affaccia sul fiume: lì sono visibili tracce di affreschi risalenti probabilmente al XIII secolo che riproducono scene religiose come l’adorazione dei magi, l’ingresso di Cristo a Gerusalemme e la Crocifissione. 

Il castello è fortemente legato alle vicende della famiglia che lo ha posseduto per molti secoli. Nel 1420 i fratelli Yblet e Jean de Sarriod divisero i loro possedimenti in due signorie distinte. Si andarono a definire così due rami separati della famiglia che davano il proprio nome a due castelli: Sarriod d'Introd e Sarriod de La Tour. Jean de Sarriod de la Tour ingrandì e migliorò le strutture precedenti affinché assumessero il ruolo di castello di rappresentanza. E dette il via ai lavori del soffitto delle teste, che fu realizzato intorno al 1435, forse in occasione delle sue seconde nozze con Beatrice d’Aglié. I suoi discendenti fecero nel corso dei secoli ulteriori modifiche che non ebbero tuttavia lo straordinario impatto visivo del soffitto ligneo, anzi in alcuni casi provocarono danni agli affreschi originali. I Sarriod de la Tour continuarono a possedere il castello fino al 1923, quando morì Christine, l’ultima rappresentante della famiglia. Adesso l’edificio è proprietà dell’Amministrazione Regionale che lo ha aperto al pubblico nel 2003. C’è quindi la possibilità di visitarlo e di immergere lo sguardo, con la testa in su, in quell’universo magico e perdersi in una foresta di teste. 

Un viaggio nel tempo che sembra essersi fermato. Segui le venature del legno e la fantasia dell’arte valdostana con La Valle Sospesa